13/04/2015 #PAESAGGIO # verde terapeutico
Nel corso della storia con l’avanzare della tecnologia si è dato sempre più peso a questa terapia nella cura dei malati e in generale nella nostra vita a scapito del rapporto con la natura in genere. E’ stato dimostrato infatti che l’ambiente influisce sulla nostra salute psico-fisica, così da qualche anno si stanno conducendo studi e realizzando strutture che mirano a riallacciare il rapporto con questa.
Verde terapeutico è una macrocategoria che ingloba vari tipi di attività e progetti. Un esempio è l’ortoterapia o terapia orticolturale che consiste nel fare attività quali il giardinaggio, la coltivazione di orticole e in più in generale semina, cura e mantenimento di determinate specie di piante. Queste azioni che possono sembrare banali per alcuni possono non esserlo per altri e il farle permette loro per esempio, di recuperare mantenere e incrementare la mobilità degli arti e le capacità cognitive, superare stati depressivi e disfunzionali.
Il verde terapeutico non è solo quello che si fa mediante la partecipazione attiva dell’utente ma è anche allestimento dello spazio secondo determinate caratteristiche. Non è necessario avere ettari di giardino, a volte è sufficiente anche una pianta in vaso, purchè questa stimoli la persona. “…Per chi vive un momento traumatico di cambiamento della propria vita, il giardinaggio può essere un conforto e un rifugio, un sollievo e un momento di rinnovamento; può essere un momento per decongestionare il dolore.
A questo proposito, il Dott. Elan Miavitz, ha sviluppato un programma intitolato il “giardino del dolore” che può essere applicato dalle organizzazioni che si occupano di anziani o malati terminali in modo da aiutare le famiglie ad accettare le perdita lavorando sulla metabolizzazione del dolore. Chi vive una perdita è sottoposto ad un forte stress emotivo; la bellezza e la varietà della vita presenti in un insieme di piante e la soddisfazione che otteniamo vedendo crescerne una grazie al nostro lavoro, ci calma, ci da speranza e una ragione per guardare al domani. Un altro esempio è quello di una psicologa americana che incoraggia i suoi pazienti con disturbi alimentari a trascorrere più tempo possibile in giardino. Insiste nel far capire che l’esercizio fisico tonifica i muscoli, regolarizza il metabolismo e soprattutto migliora il nostro stato psichico, nel senso che quando ci rendiamo conto di aver portato a termine qualcosa, quando ci circondiamo di bellezza, ci sentiamo meglio. Questa psicologa è convinta che sia impossibile trattare il corpo senza trattare anche la mente.”
Istituzioni che utilizzano o potrebbero utilizzare questo genere di terapia sono: case protette, programmi di sostegno a malati di Alzheimer, centri diurni per anziani, comunità di ricovero e riabilitazione, strutture per malati terminali e/o oncologici, associazioni che si occupano dei ciechi, comunità di permanenza assistita, ospedali, comunità di disintossicazione, unità di riabilitazione, gruppi di difesa dell’infanzia, comunità per la salute mentale, sistemi scolastici, rifugi per vittime di abusi, istituti correzionali, istituti per il recupero di disabilità.
Fonte: Tesi di laurea “Il verde nelle strutture ospedaliere” di Agnese Gibellieri, Università di Bologna, 2011
scritto da Agnese Gibellieri, paesaggista